MADIRAN’S PHILOSOPHY

ELEISON COMMENTS DCXCII (692) (October 17th, 2020)

Like Pope Pius X in his great anti-modernist Encyclical of 1907, Pascendi, Jean Madiran in his book “The Heresy of the 20th Century” starts out from philosophy, because both of them see that the problem which makes it so difficult for modern minds really to grasp Catholicism is rather philosophical than theological. Thus the first of six Parts of Madiran’s book has for its title “Philosophical Preamble”.Surprisingly, Madiran himself tells readers that they can skip the Preamble if they like, but that can only have been to spare many a modern reader who is rightly allergic to the delinquent nonsense which proceeds from the so-called “universities” of today. In fact, the argument of Madiran’s book is as dependent on true philosophy as it is independent of today’s “philosophistry”, or pseudo-philosophy. 

But how and why can supernatural Faith be so dependent on philosophy, which is the rational study of all natural reality, the raising of (true) common sense, from an amateur to a professional level, so to speak ? Answer, a good wine-maker does not depend on clean and uncracked glass bottles to make good wine, but he cannot run his wine business without such bottles, because if all the bottles are dirty inside, nobody is going to buy his wine, however good it is. The wine-maker presupposes that he will get automatically clean bottles. Compared with the wine, the glass bottle is worth next to nothing when it is empty of wine, but it is absolutely necessary without cracks or dirt for the wine-maker to contain his wine. 

Now human reason is like the bottle. It is only a natural faculty but by the time it reaches death it is meant on pain of eternal condemnation to contain the supernatural wine of the Faith (Mk. XVI, 16). The Faith is a supreme gift of God by which a man’s reason is supernaturally elevated to believe, but if that faculty of reason is fouled up by human errors and misbeliefs, then like the dirty bottle it risks fouling up God’s wine of belief, however divine that belief is in itself. Now just a little dirt in the bottle will spoil the wine it contains, but modernism in the mind is such a radical error that it will spoil, or undermine, any Faith poured into that mind. And as wine poured into a dirty bottle cannot help being spoiled, so Catholic Faith poured into a modern mind can hardly help being undermined. So teach Pius X, de Corte, Calderón and Madiran, along with all others who have grasped the full objective malice of a modernist mind. 

So how does Madiran in particular prove that the French bishops in the 1960’s were out of their Catholic minds ? He starts out from an official declaration of theirs in December of 1966 (p. 40) where they affirm that “for a philosophical mind”, the words “person” and “nature”, crucial for Christology (Catholic theology of Christ) have changed their meaning since the time of Boethius (who hammered out the definition of “person”) and of Aquinas (who did similarly for “nature”). In other words, for the French bishops modern philosophy has left behind the Church’s classic philosophy embedded in unchanging Church doctrine, so that for them, thomism is obsolete “for a philosophical mind”, and to be discarded. 

But in a Church whose doctrine always corresponded to what never changes in extra-mental reality, this perspective of the French bishops is absolutely revolutionary. It can only mean, says Madiran (43), that they are accepting the Copernican revolution in philosophy of Immanuel Kant (1724-1804), who placed “reality” no longer outside but inside the mind. However (45, 46), there is no obligation, except in Kantian philosophy, to accept this internalising of reality. Only on its own premisses must one arrive at its unreal conclusions. By their moral choice of Kant over Aquinas, the French bishops were in fact demonstrating their implicit apostasy (50) and their anti-natural religion. They were declaring their independence from God’s Truth by their rejection of God’s reality, and of the Order which He implanted in Nature (60-63).

Madiran concludes his Part I by saying that whereas Thomism corresponds to the human experience of all times and all places (66), Kantism has cut the French bishops mentally adrift, like the modern age they so seek to please (67).  
 Kyrie eleison. 
 Men, framed within God’s Order, disobey ?
Within the selfsame Order, they must pay.
COMMENTI ELEISON DCXCII (17 Ottobre 2020) : MADIRAN – la FILOSOFIA

Come Papa Pio X nella sua grande Enciclica anti-modernista del 1907, “Pascendi”, Jean Madiran nel suo libro "L'eresia del XX secolo" parte dalla filosofia, perché per entrambi il motivo che ha reso le menti moderne incapaci di comprendere il cattolicesimo è di natura filosofica piuttosto che teologica. Così la prima delle sei parti del libro di Madiran ha come titolo "Preambolo filosofico". Sorprendentemente, l’autore stesso dice ai lettori che possono saltare il Preambolo se vogliono, probabilmente per risparmiare tempo a coloro che sono giustamente allergici alle delinquenziali assurdità che provengono dalle cosiddette "università" contemporanee. In effetti, il tema del libro di Madiran è tanto dipendente dalla vera filosofia quanto indipendente dalla "filosofia" odierna, o pseudo-filosofia.
 Ma perché e come la Fede soprannaturale dipende dalla filosofia, che è lo studio razionale di tutta la realtà naturale, o l'elevazione, per così dire, del (vero) buon senso dal livello amatoriale al livello professionale? La Fede sopranaturale non è infinitamente superiore alla filosofia intrinsicamente naturale ? Risposta: La produzione di buon vino da parte di un vignaiolo non dipende dalle bottiglie di vetro pulite e intatte, anche se senza di esse il produttore non riuscirà a mandare avanti la sua attività, perché se le bottiglie sono sporche o crepate nessuno acquisterà il suo vino, a prescindere dalla sua bontà. Quindi il viticoltore dà per scontato di essere fornito di bottiglie pulite e intatte. Rispetto al vino, la bottiglia di vetro non vale quasi nulla quando è vuota, ma è assolutamente necessario che sia senza crepe o sporcizia per poter contenere il vino.
 Ora la ragione umana è come la bottiglia. Seppur sia solo una facoltà naturale, quando essa giungerà alla morte dovrà, pena l'eterna condanna, necessariamente contenere il vino soprannaturale della Fede (Mc. XVI, 16). La Fede è un dono supremo di Dio mediante la quale la ragione di un uomo è soprannaturalmente elevata a credere, ma se quella facoltà di ragione è viziata da errori e miscredenze umane allora, come la bottiglia sporca, rischia di sporcare il vino della Fede di Dio, per quanto divina di per sé sia quella convinzione. E il modernismo è un errore così radicale che rovinerà, o minerà, qualsiasi Fede, per quanto pura, riversata in quella mente. E come il vino versato in una bottiglia sporca non può fare a meno di essere rovinato, così la Fede cattolica versata in una mente moderna non potrà che essere minata. Questo insegnano Pio X, de Corte, Calderón e Madiran, insieme a tutti i maestri che hanno colto l’oggettiva malizia di una mente soggettivista.
 E come ha fatto Madiran a dimostrare che i vescovi francesi negli anni '60 erano privi della ragione cattolica? Egli parte da una loro dichiarazione ufficiale del dicembre 1966 (p. 40) dove affermano che "per una mente filosofica" le parole "persona" e "natura", cruciali per la cristologia (teologia cattolica di Cristo), hanno cambiato il loro significato fin dai tempi di Boezio (che ha elaborato la definizione di "persona") e dell'Aquinate (che ha rafforzato la definizione di "natura"). In altre parole, per i vescovi francesi la filosofia moderna ha superato e sostituito la filosofia classica, da sempre incorporata nella dottrina immutabile della Chiesa, rendendo il tomismo obsoleto e impraticabile "per una mente filosofica".
 Ma in una Chiesa in cui la dottrina si è sempre adeguata a ciò che non cambia mai nella realtà extra-mentale, questa prospettiva dei vescovi francesi si configura essere assolutamente rivoluzionaria. Può solo significare, dice Madiran (43), che stanno aderendo alla rivoluzione copernicana filosofica di Immanuel Kant (1724-1804) che ha posto la “realtà” non più fuori ma dentro la mente. Tuttavia (45, 46), non vi è alcun obbligo, tranne che nell’ambito della filosofia kantiana, di accettare questa interiorizzazione della realtà. Solo, sulla base di soggettive premesse si arriva inevitabilmente a irreali conclusioni. La scelta (im)morale da parte dei vescovi francesi di seguire Kant e abbandonare l'Aquinate, dimostra la loro apostasia implicita (50) e l’adesione ad una religione anti-naturale. Stavano dichiarando la loro indipendenza dalla verità di Dio attraverso il loro rifiuto della realtà di Dio e dell'Ordine che Egli a impiantato nella Natura (60-63).

Madiran conclude la sua Parte I spiegando che mentre il tomismo corrisponde all'esperienza umana di tutti i tempi e di tutti i luoghi (66), il kantismo ha separato i vescovi francesi dalla realtà, come ha fatto per la mente dell’epoca moderna, alla quale tanto questi vescovi vogliono piacere (67).
 
 Kyrie eleison.
 
 Come l' "arte" moderna ci libera dalle cose visibili,
Così il "pensiero" moderno ci emancipa dalla realtà.

COMENTARIOS ELEISON DCXCII (17 de Octubre de 2020) : MADIRAN – la FILOSOFIA
 Al igual que el Papa Pío X en su gran Encíclica antimodernista de 1907, Pascendi, Jean Madiran en su libro "La Herejía del Siglo XX" parte de la filosofía, porque ambos ven que el problema que hace tan difícil para las mentes modernas comprender realmente el catolicismo es más bien filosófico que teológico. Así, la primera de las seis Partes del libro de Madiran tiene por título "Preámbulo filosófico". Quindi sorprende si el propio Madiran dice a los lectores que pueden saltarse el Preámbulo si quieren, pero eso sólo puede haber sido para evitar a muchos lectores modernos que encuentren la filosofia moderna, si son, con razón, alérgicos a las tonterías delincuentes que proceden de las llamadas "universidades" de hoy en día. De hecho, el argumento del libro de Madiran es tan dependiente de la verdadera filosofía como independiente de la "pseudo-filosofía" o “filosofisma” de hoy en día.
 ¿Pero cómo y por qué la Fe sobrenatural puede ser tan dependiente de la filosofía, que es el estudio racional de toda la realidad natural, la elevación del (verdadero) sentido común, de un nivel amateur a uno profesional, por así decirlo? ¿Como la Fe sobrenatural y tan superior puede tener que depender de la filosofia natural ?! Respuesta, para hacer un buen vino, un buen vinicultor no depende de botellas de vidrio limpias y sin grietas, pero no puede manejar su negocio de vinos sin esas botellas, porque si todas las botellas están sucias por dentro, nadie va a comprar su vino, por muy bueno que sea. El vinicultor asegura que obtendrá automáticamente botellas limpias. En comparación con el vino, la botella de vidrio no vale casi nada cuando está vacía de vino, pero es absolutamente necesario, sin grietas ni suciedad, para que el vinicultor pueda contener su vino.
 Ahora, la razón humana es como la botella. Es sólo una facultad natural, pero cuando llega a la muerte, bajo pena de condena eterna, debe contener el vino sobrenatural de la Fe (Mc. XVI, 16). La Fe es un don supremo de Dios por el cual la razón de un hombre es elevada sobrenaturalmente a creer, pero si esa facultad de la razón es ensuciada por errores y creencias humanas, entonces, como la botella sucia, corre el riesgo de ensuciar el vino de la creencia de Dios, por más divina que sea esa creencia en sí misma. Ahora, como sólo un poco de suciedad en la botella estropeará el vino que contiene, así el modernismo en la mente es un error tan radical que estropeará, o socavará, cualquier Fe vertida en esa mente. Y así como el vino vertido en una botella sucia no puede evitar que se eche a perder, la fe católica vertida en una mente moderna difícilmente puede evitar ser socavada. Así enseñan Pío X, de Corte, Calderón y Madiran, juntos con todos los demás que han captado toda la malicia objetiva de una mente subjectivista.
 Entonces, ¿cómo prueba Madiran en particular que los obispos franceses de los años ’60 estaban fuera de sus mentes católicas? Parte de una declaración oficial de ellos en diciembre de 1966 (p. 40) donde afirman que "para una mente filosófica", las palabras "persona" y "naturaleza", cruciales para la Cristología (teología católica de Cristo) han cambiado su significado desde los tiempos de Boecio (que elaboró la definición de "persona") y de Aquino (que fortaleció el verdadero sentido de "naturaleza"). En otras palabras, para los obispos franceses la filosofía moderna ha dejado atrás la filosofía clásica de la Iglesia incrustada en la doctrina inmutable de la Iglesia, de modo que para ellos el tomismo es obsoleto "para una mente filosófica", y debe ser descartado.
 Pero en una Iglesia cuya doctrina siempre correspondió a lo que nunca cambia en la realidad extramental, esta perspectiva de los obispos franceses es absolutamente revolucionaria. Sólo puede significar, dice Madiran (43), que aceptan la revolución copernicana en la filosofía de Immanuel Kant (1724-1804), quien colocó la "realidad" no ya fuera sino dentro de la mente. Sin embargo (45, 46), no hay ninguna obligación, excepto en la filosofía kantiana, de aceptar esta interiorización de la realidad. Sólo bajo sus propias premisas se debe llegar a sus conclusiones irreales. Por su elección moral de Kant sobre el Aquino, los obispos franceses demostraron de hecho su apostasía implícita (50) y su religión antinatural. Declaraban su independencia de la Verdad de Dios, rechazando la realidad de Dios y el Orden que Él implantó en la Naturaleza (60-63).
 Madiran concluye su primera Parte diciendo que mientras que el tomismo corresponde a la experiencia humana de todos los tiempos y todos los lugares (66), el kantismo ha dejado a los obispos franceses mentalmente a la deriva, como está la era moderna que tanto buscan para complacer (67).
 
 Kyrie eleison.
 
 Como el "arte" moderno se libera de las cosas visibles,
Así el "pensamiento" moderno trae un caos único.
 


ELEISON-KOMMENTARE DCXCII (17. Oktober 2020): MADIRAN – DIE PHILOSOPHIE
 Wie Papst Pius X. in seinem 1907 erschienenen grossen antimodernistischen Rundbrief Pascendi, beginnt auch Madiran in seinem Buch Die Häresie des 20. Jahrhundert mit der Philosophie, weil beide erkannt haben, dass das Problem, welches modernen Geistern das Verständnis des Katholizismus dermassen erschwert, eher philosophischer als theologischer Natur ist. Aus diesem Grund trägt der erste der sechs Teile, aus denen Madirans Buch besteht, den Titel «Philosophische Präambel».
 Überraschenderweise schreibt Madiran selbst, seine Leser könnten diese Präambel auslassen, wenn sie wollten, aber dies kann nur den Zweck verfolgen, manche zeitgenössische Leser zu schonen, die mit Recht allergisch gegen den von den heutigen sogenannten «Universitäten» produzierten kriminellen Unfug sind. Madirans Argumentation basiert nämlich ebenso stark auf wahrer Philosophie, wie sie frei von der gegenwärtigen «Philosophistrie», oder Pseudo-Philosophie, ist.
 Doch wie kann der übernatürliche Glaube dermassen stark auf die Philosophie angewiesen sein, bei der es sich doch um die rationale Erforschung aller natürlichen Realität handelt, um den (wahren) gesunden Menschenverstand gewissermassen von einem Amateur-Niveau auf ein professionelles Niveau zu erheben? Steht das Übernatürliche denn nicht unendlich höher als das bloss Natürliche? Die Antwort lautet: Ein tüchtiger Weinproduzent ist nicht auf gute und unbeschädigte Glasflaschen angewiesen, um guten Wein herzustellen, aber er kann sein Weingeschäft ohne solche Flaschen nicht erfolgreich führen, denn wenn alle Flaschen innen schmutzig sind, wird kein Mensch seinen Wein kaufen, so trefflich er auch munden mag. Der Weinproduzent geht davon aus, dass er automatisch saubere Flaschen erhalten wird. Im Vergleich zum Wein ist die Glasflasche in leerem Zustand fast nichts wert, doch muss sie unter allen Umständen frei von Sprüngen und Schmutz sein, damit ihr Inhalt nicht ausläuft oder verunreinigt wird.
 
Mit dem menschlichen Verstand verhält es sich nun wie mit der Flasche. Er ist lediglich eine natürliche Fähigkeit, doch zum Zeitpunkt des Todes muss er, damit sein Besitzer der Gefahr der ewigen Verdammnis entgeht, den übernatürlichen Wein des Glaubens enthalten (Markus XVI, 16). Der Glaube ist eine köstliche Gabe Gottes, durch welche der Verstand eines Menschen auf übernatürliche Weise so erhoben wird, dass er glaubt; wird diese Fähigkeit jedoch durch menschliche Irrtümer und Unglauben beeinträchtigt, besteht Gefahr, dass sie Gottes Wein des Glaubens wie eine schmutzige Flasche verunreinigt, so göttlich jener Glaube an sich auch ist. Nun verdirbt bereits ein wenig Schmutz in der Flasche den Wein, den sie enthält, aber der Modernismus des Geistes ist ein dermassen radikaler Irrtum, dass er jede Wahrheit, und erst den Glauben, welcher in diesen Geist eingegossen wird, verdirbt oder unterminiert. Und so wie in eine schmutzige Flasche gegossener Wein zwangsläufig verunreinigt wird, wird auch ein katholischer Glaube, der in einen modernen Geist einfliesst, fast zwangsläufig untergraben. Dies lehren Pius X., de Corte, Calderón und Madiran ebenso wie alle anderen, welche die volle objektive Bosheit eines subjektivistischen Geistes begriffen haben.
 Wie beweist nun insbesondere Madiran, dass die französischen Bischöfe in den sechziger Jahren des 20. Jahrhunderts ihren katholischen Verstand verloren hatten? Er beginnt mit einer offiziellen Erklärung, die sie im Dezember 1966 abgaben (S. 40) und in der sie behaupteten, «für einen philosophischen Geist» hätten die für die Christologie (katholische Theologie Christi) entscheidend wichtigen Wörter «Person» und «Natur» ihren Sinn seit der Zeit von Boethius (der die Definition von «Person» festlegte) und Thomas von Aquin (der den wahren Sinn von «Natur» festgestellt hat) geändert. In anderen Worten, für die französischen Bischöfe hat die moderne Philosophie die klassische Philosophie der Kirche, die eng in die unveränderliche Doktrin der Kirche eingewoben ist, hinter sich gelassen, so dass der Thomismus ihrer Ansicht nach «für einen philosophischen Geist» überholt ist und über Bord geworfen werden muss.
 Doch in einer Kirche, deren Doktrin stets dem entsprach, was sich in einer ausserhalb des Geistes stehenden Realität niemals verändert, ist diese Perspektive der französischen Bischöfe absolut revolutionär. Sie kann, wie Madiran (S. 43) unterstreicht, lediglich bedeuten, dass sie die kopernikanische Revolution akzeptieren, die Immanuel Kant (1724-1804) in der Philosophie vollzog, indem er postulierte, die «Realität» liege nicht ausserhalb, sondern innerhalb des Geistes. Allerdings besteht ausserhalb der Kant’schen Philosophie keine Verpflichtung, diese Internalisierung der Realität zu akzeptieren (S. 45, 46). Nur wer von den Kant’schen Prämissen ausgeht, gelangt zu solch realitätsfremden Schlussfolgerungen. Indem sie Kant moralisch über Thomas von Aquin stellten, bewiesen die französischen Bischöfe de facto ihre implizite Apostasie (S. 50) und ihre antinatürliche Religion. Sie erklärten damit ihre Unabhängigkeit von Gottes Wahrheit, ihre Verwerfung von Gottes Realität und der Ordnung, die Er der Natur eingepflanzt hat (S. 60-63).
 Madiran schliesst seinen Teil I mit folgender Feststellung ab: Während der Thomismus der menschlichen Erfahrung aller Zeiten und Orte entspricht (S. 66), hat der Kantianismus den Geist der französischen Bischöfe in die Irre geführt, wie das moderne Zeitalter, um dessen Wohlgefallen die Bischöfe sich so sehr bemühen (S. 67).
 
Kyrie eleison.
 
So wie moderne «Kunst» keine sichtbaren Dinge enthält
Bringt auch modernes «Denken» nur Verwirrung über die Welt.




 
ELEISON COMMENTS DCXCII (17 octobre 2020) : MADIRAN – la PHILOSOPHIE
 Dans la grande encyclique antimoderniste Pascendi, parue en 1907, Pie X commence par un exposé philosophique. Dans son livre "L'hérésie du XXe siècle", Jean Madiran fait de même. Car tous deux voient que la difficulté qu’éprouve un esprit moderne à comprendre le catholicisme est plutôt d’essence philosophique que théologique. C’est pourquoi la première des six Chapitres du livre de Madiran a pour titre :"Préambule philosophique".
 
Donc c’est de façon surprenante que Madiran lui-même dit, à ceux qui le liront, qu'ils peuvent; s'ils le souhaitent, se dispenser de lire ce Préambule. Sans doute était-ce pour éviter d’infliger à ses lecteurs allergiques à l’absurdité, d’être exposés aux bêtises inimaginables que l’on enseigne aujourd’hui à "l’université". En fait, la pensée du livre de Madiran est aussi étroitement liée à la vraie philosophie qu’elle est étrangère au "philosophisme" ou à la pseudo- philosophie d'aujourd'hui.
 
Mais comment et pourquoi la Foi surnaturelle serait-elle si dépendante de la philosophie, c’est-à-dire de l'étude rationnelle de toute réalité naturelle qui permet de faire passer, pour ainsi dire, le (vrai) bon sens d'un niveau amateur à un niveau professionnel ? Réponse : prenons l’exemple d’un bon vigneron. A priori, celui-ci ne dépend en rien de ses bouteilles en verre pour faire du bon vin. Mais les bouteilles doivent être propres et non fêlées, autrement il ne pourrait pas exercer son commerce. Si les bouteilles sont sales à l’intérieur, la saleté va gâter le goût du vin, aussi bon soit-il, si bien que le vigneron aux bouteilles sales ou fêlées va faire banqueroute. Mais, en tant que professionnel du vin, il s’assure naturellement qu'il dispose de bouteilles propres. Par rapport au vin, la bouteille en verre ne vaut presque rien lorsqu'elle est vide, mais il faut absolument qu'elle ne soit ni sale ni fêlée pour contenir le vin.
 
Or, la raison humaine est comme la bouteille. Elle n'est qu'une faculté naturelle, mais à la fin de la vie, elle est censée, sous peine de condamnation éternelle, contenir le vin surnaturel de la Foi (Mc XVI, 16). La Foi est ce don suprême de Dieu, par lequel la raison humaine est surnaturellement élevée pour croire. Mais lorsque la faculté de la raison se trouve faussée par des erreurs humaines ou des croyances erronées, alors, comme la bouteille salie, elle risque de gâter le vin divin de la Foi, pour divin qu’il soit. Car comme dans une bouteille la moindre saleté risque de gâcher le vin qu'elle contient ; ainsi dans l'esprit humain, le subjectivisme représente une erreur si radicale qu'il gâche, en la subvertissant, toute vérité versée là-dedans et à plus forte raison, la Foi. La Foi catholique versée dans un esprit subjectiviste ne peut que très difficilement ne pas devenir moderniste, ne pas perdre l’esprit catholique Tel est l’enseignement de saint Pie X, de Marcel De Corte, Calderón et Madiran, et de tous ceux qui ont saisi l’ampleur de la malice objective d'un esprit subjectiviste.
 
Alors quelles preuves particulières Madiran avance-t-il pour démontrer que les évêques français des années 1960 avaient perdu l’esprit catholique? Il part d'une déclaration officielle de décembre 1966 (p. 40) dans laquelle ils affirment que "pour un esprit philosophique", les mots "personne" et "nature", ont changé de sens. Or ces termes sont essentiels pour la vraie christologie (théologie catholique du Christ) depuis l'époque de Boèce (qui a élaboré la définition de "personne") et de Thomas d'Aquin (qui a fait valoir le vrai sens du mot "nature"). Autrement dit, pour les évêques français, la philosophie moderne abandonne la philosophie classique de l'Église, ancrée dans la doctrine immuable de l'Église. Selon eux, « pour un esprit philosophique » le thomisme n’est plus qu’un discours obsolète et doit donc être écarté.
 
Or, dans une Église dont la doctrine a toujours correspondu aux réalités extra-mentales immuables, cette perspective des évêques français est proprement révolutionnaire. Elle ne peut que signifier, dit Madiran (43), qu'ils acceptent la révolution copernicienne de la philosophie d'Emmanuel Kant (1724-1804), qui a placé la "réalité" non plus à l'extérieur mais à l'intérieur de l'esprit. Pourtant (45, 46), il n'est nullement obligatoire d'accepter cette internalisation de la réalité sauf, bien sûr, dans la philosophie kantienne. Mais lorsqu’on part de prémisses kantiennes, fatalement on ne peut arriver qu’à des conclusions irréelles. Donc en choisissant moralement Kant plutôt que Thomas d'Aquin, les évêques français démontrent en fait leur apostasie implicite (50) et leur religion antinaturelle. Par son rejet du réel le kantisme inavoué de leur déclaration proclame leur indépendance vis-à-vis de la Vérité divine, sortie des mains de Dieu, et leur refus de l'Ordre qu'Il a implanté dans la nature (60-63).
 
Madiran conclut sa première partie en disant que le thomisme correspond à l'expérience humaine de tous les temps et de tous les lieux (66), tandis que le kantisme a mentalement jeté les évêques français à la dérive, à l’instar de l'époque moderne qu'ils cherchent tant à satisfaire (67).
 
 Kyrie eleison.
 
Tout comme "l'art moderne" affranchi du visible ;
Détachée du réel, la "pensée" est nuisible.